Che in Svizzera non vi siano limiti è parzialmente vero. Anche Paolo per altro ha messo dei limiti alle materie su cui è possibile aprire un quesito referendario.
In Svizzera per esempio non è possibile abrogare una legge di ratifica di un trattato internazionale. Per altro, la stessa legge è sicuramente stata sottoposta prima di entrare in vigore a referendum confermativo obbligatorio, perchè così vuole la costituzione svizzera.
Per quanto riguarda tributi e bilancio, sicuramente non è possibile pensare di abrogare una legge finanziaria. Questo per tantissimi motivi. Infatti il referendum su una tale legge richiederebbe mesi per essere svolto.
Questo significa che, se fosse abrogata, si renderebbero "illegali" tutte le spese fatte fino a quel momento retroattivamente. Alternativamente, si dovrebbero bloccare tutte le spese fino alla data di convocazione dei comizi elettorali. Che ovviamente è impossibile.
Vi è per altro un problema abbastanza grave su come le finanziarie vengono fatte oggi. Infatti, oltre all'assegnazione delle risorse ai capitoli di spesa, le lagge collegata tende a modificare molti articoli di altre leggi, in maniera del tutto impropria.
Diverso ovviamente è il caso del referendum propositivo, dove si può certamente (e si deve a mio avviso) permettere di proporre sia i criteri di spesa pubblica che l'allocazione di risorse per progetti specifici.
Il problema delle minoranze linguistiche è un tema in generale delicato per tutti i sistemi democratici, e per quelli con presenza di democrazia diretta in particolare. Infatti sappiamo che la principale critica ai sistemi di democrazia diretta è quella che introducono una sorta di dittatura della maggioranza. Vedi per esempio la votazione sulla proposition 8 in California, che ha dovuto essere annullata per incostituzionalità solo a posteriori. Sui temi di
Trovo quindi la formulazione della proposta di Paolo estremamente generica e inapplicabile in questa forma.
Secondo me dobbiamo ben separare le diverse modalità di referendum, dando a ciscuna limiti e prerogative proprie.
Vi sono essenzialmente 3 tipi di referendum.
- confermativi
- propositivi
- abrogativi
Per semplicità tralascio quelli consultivi.
Per quelli confermativi si dovrebbe poi vedere quali proposte siano obbligatoriamente e quali facoltativamente a tale referendum.
Per esempio trovo che le modifiche allo statuto di autonomia dovrebbero essere sottoposte a referendum confermativo obbligatorio.
Tutte le modifiche di norme che riguardano il funzionamento degli organi dell'autonomia dovrebbero essere sottoposti a referendum confermativo facoltativo. In questa classe non includerei solo le leggi, ma anche i provvedimenti che possono essere presi per deliberazioni "amministrative". Per esempio il funzionamento e il finanziamento (soprattutto) dei gruppi consiliari.
Per quanto riguarda i referendum propositivi, sono d'accordo con Paolo che dovrebbero essere ammesse tutte le norme che possono essere di iniziativa consiliare. Questo esclude automaticamente la finanziaria che è di iniziativa unicamente giuntale.
Sui referendum abrogativi invece ritengo si debba essere molto più selettivi. Principalmente per evitare una
vacatio legislativa. Da escludere ovviamente la legge finanziaria in quanto tale.